Il mercato dei substrati di coltivazione è suddiviso in due comparti, quello professionale e quello hobbistico, con caratteristiche e peculiarità differenti. Mentre nel primo caso il substrato è parte integrante di un processo di produzione, gestito da aziende agricole e operatori specializzati, nel secondo caso l’uso dei substrati deve soddisfare le esigenze di un utilizzatore non specializzato che dedica parte o molto del suo tempo alla cura e manutenzione di un giardino, di un orto familiare, di un terrazzo. Per questi utilizzatori, che sono sempre più informati e che vogliono il prodotto giusto per le loro esigenze, le aziende produttrici hanno sviluppato una gamma di prodotti in continua evoluzione.
Settore professionale
Non esiste un substrato universalmente valido ma vi sono elementi e parametri da considerare come criteri di scelta: pianta coltivata, ciclo colturale, sistema di irrigazione, sistemi di copertura, condizioni climatiche, costo, e non da ultimo capacità di gestione da parte dell’imprenditore agricolo.
Nel settore professionale i comparti più importanti, in termini di consumi di substrato, sono il florovivaismo (floricoltura e vivaismo ornamentale), il vivaismo orticolo e il verde tecnico (paesaggistica), che insieme determinano circa il 70 % del consumo totale.
Per comprendere l’importanza di questo settore si consideri che le produzioni di piante ornamentali e di giovani piante rappresentano il 6% del valore economico dell’agricoltura europea. Il substrato “professionale” è un mezzo tecnico che può ricadere per il 12-22% sul costo totale della produzione (la variazione è dovuta al tipo di pianta e/o alle tecniche colturali), pertanto la scelta del substrato è un elemento “fondamentale”.
Composizione dei substrati secondo l’utilizzo
I substrati per le coltivazione floricole in vaso sono costituiti da miscele composte prevalentemente da torbe bionde di origine baltica, torbe brune irlandesi alle quali possono essere aggiunte, in percentuale più contenute, matrici minerali quali le pomici, le perliti e l’argilla. Le torbe bionde vengono utilizzate perché aumentano la disponibilità idrica e di aria (se lavorate grossolanamente – coarse peat) e conferiscono stabilità di struttura, le componenti minerali invece migliorano il drenaggio dell’acqua e determinano una più elevata densità apparente.
Nel vivaismo orticolo la tipologia di substrato più in uso ha una “struttura fine”, che si adatta alle particolari condizioni dei contenitori alveolati, composto, per la maggior parte, da torbe nere di sfagno.
Nel vivaismo ornamentale si impiegano quasi esclusivamente substrati torbosi grossolani con elevate quantità di pomice, che determina oltre ad ottime condizioni di porosità e di drenaggio dell’acqua, stabilità strutturale per l’intera durata del ciclo di produzione (che nel vivaismo ornamentale può essere anche di diversi mesi).
Anche nel verde tecnico, o paesaggistica, comparto che rientra nella cura del verde ornamentale ad elevata specializzazione, sia pubblico che privato, come l’allestimento di campi sportivi, di tetti verdi, del verde verticale e pensile, il substrato deve rispondere a determinate caratteristiche chimico-fisiche. I terricci per la paesaggistica sono miscele composte da matrici organiche, torbe, ammendanti compostati e minerali quali la sabbia, le pomici e i lapilli. E’ importante sottolineare che, in questi ultimi anni, questo comparto ha maggiormente contribuito allo sviluppo del mercato aprendo nuovi settori di impiego.
Un discorso a parte per il substrato destinato alla coltivazione dei funghi, la cui composizione è differente in base al tipo di fungo che deve essere coltivato, è prevalentemente costituito da matrici organiche tra cui paglie, letami, pollina e torba (una torba particolare, di origine nazionale, poco decomposta e molto umida).
Settore hobbistico
Il mercato hobbistico ha connotazioni del tutto differenti dal primo. Nell’ambito hobbistico i terricci sono un bene di consumo non essenziale e come tale, in generale, seguono il trend della spesa per gli acquisiti. In questi ultimi anni di crisi economica è emerso però un fattore interessante, e cioè che la spesa destinata all’acquisto di questi prodotti non ha subito contrazioni legate al minor potere d’acquisto perché le persone, stando più tempo in casa, si dedicano con più assiduità alla cura del verde.
La commercializzazione dei terricci è stagionale e le vendite dipendono quasi esclusivamente dalle condizioni metereologiche, e in particolare alla durata delle piogge (meno importante risulta essere la temperatura o l’intensità di pioggia). Quindi da febbraio a maggio, cioè nei mesi primaverili, si realizzano più del 50% delle vendite su base annua.
Quali prodotti
L’offerta, in questi ultimi anni, si è notevolmente differenziata e oltre ai cosiddetti “universali” o multipurpose, si è ampliata la gamma degli “specifici”, destinati sia alla coltivazione di determinate piante (terriccio per gerani, ciclami e bulbose, poinsettie, rose, ecc.) sia adatti ad un uso definito (substrati per rinvaso, per semine, per fioriere, per vasi grandi), oppure con specifiche proprietà (substrato rinvigorente, rigenerante, rinverdente, ecc.).
In ogni caso il prodotto universale, rimane il più importante in termine di volume e rappresenta circa il 60%, dei prodotti commercializzati.